Loro ridevano forte soddisfatti
torturando il suo corpo di bambina
Lei piangeva piano sul mistero
chiamato sesso sulla violenza sul possesso
Il ventre denudato specchio alla ferita
il cuore accasciato dallo schifo delle loro dita
Poi non chiese consolazione a sua madre
a una sorella a un prete o a un’amica
Nessuno raccolse attento tanta cruda disperazione
per alleggerirle il peso della vita
Non la accarezzò una tenera mano né la quietò una voce
a dirle “Creatura, tu non hai sofferto invano”
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