Uno sguardo

Uno sguardo

“Lisa, smettila di spiare entra e chiudi la porta.”
“Lele, perché sei ancora qui con la testa appoggiata alle persiane chiuse e le spalle curve? E questi occhi lucidi e rossi?”.
“Sabato scorso decido di andare a Milano, prendo la rossa, scendo a Loreto e taglio per il parchetto, per fare prima, non vedo l’ora di incontrare Tina, l’appuntamento è sotto casa sua. Ho un regalo per lei: la felpa gialla con la civetta che le piaceva tanto, già immagino il suo sorriso una volta aperto il pacchetto.  Sto camminando felice, sulle nuvole, Tina occupa tutti i miei pensieri …
All’improvviso qualcuno arriva da dietro e mi strappa la catenella, è come un fulmine mi sento sprofondare sto per voltarmi, ma vedo il ciondolino cadere, mi butto a terra incomincio a cercarlo mentre piango, piango come un pazzo. Pace per la catenella, è andata, ma il ciondolino è stato il regalo della nonna per la maturità, mi bastava tenerlo qui sul petto per sentirla ancora accanto a me. Asciugo gli occhi con la manica della camicia, il graffio che ho sul collo brucia, sanguina: guarda che segno mi ha lasciato, ma io continuo a cecare, non posso separarmi così da nonna, non posso! Sento rumori di passi sulla ghiaia, alzo gli occhi e vedo lo stesso ragazzino che mi ha aggredito venirmi in contro, ho riconosciuto le sue Adisas blu. Si accovaccia sul prato vicino a me, mi tende una mano chiusa e quando la apre dentro c’è la catenella, la prendo, lui mi stringe la mano e mi aiuta a cercare sino a che non vediamo brillare il ciondolino da sotto un ciottolo. Sai Lisa, mi è bastato un solo sguardo per comprendere che di fronte a me non avevo un nemico, ma un essere umano che provava il mio stesso dispiacere e non mi ha lasciato solo.”
“Tina lo sa?”
“No! Figurati! Pensa se qualcuno avesse girato un video con l’intenzione di mandarlo sui social, se si venisse a sapere in giro c’è chi direbbe: Io gli avrei tirato uno schiaffo, gli avrei rotto il muso io! Invece Lele frigna, Lele fa la femminuccia. Mi viene la pelle d’oca.”
“E tu vuoi nasconderti per questo? Bella storie Lele, ho il magone, secondo me si deve dire che  affidarsi alla emozioni, lasciarsi andare è una forza che libera dal dolore e non è prerogativa delle donne: è ciò che ci caratterizza in quanto civiltà.
Ti rendi conto del rischio che avrebbe comportato reagire con violenza? Dov’è la catenella adesso?”
“In tasca, basta con le prediche sorellona. Acqua in bocca.”
“Indossala dai, sarebbe contenta nonna Mina, lei era speciale continuerà a proteggerti vedrai. Vieni qua fratellino, dammi la catenella, te che la metto io.”

 

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Antonella Rando

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