Chi siamo › Forum › CASTAGNE IN FAMIGLIA, CASTAGNE AL FUOCO › Io non ho paura del bosco di sera
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1 Febbraio 2020 alle 17:28 #1311
..io non ho paura del bosco di sera…
Tutti contenti, d’inverno vien buio presto la lampadina è a basso voltaggio, il camino sfrigola con le braci ammucchiate nell’angolo perchè si mantengano vivide e generose per lo scaldino da infilare nel letto. Blu, rosse e gialle le fiamme avvolgono la grande pentola bucherellata colma di castagne, energicamente scosse e fatte rocambolare su se stesse dalle braccia forti del papà. A corona intorno stanno i bambini, seduti su sgabelli impagliati, le mamme, con i più piccoli in grembo, i vicini sfollati e sempre affamati, e io la bambina dei no, che non partecipo alle scorribande nel bosco per spigolare castagne frugando tra ricci e foglie secche, che non partecipo all’allegria collettiva, che non mi diverto ai racconti di storie antiche e di fuorvianti storie pregresse sfocianti in cene monotematiche a polenta e… qualcosa come castagne bollite e patate cotte insieme nella stessa pentola.
Io non mangiavo castagne che, secondo le mie valutazioni stilistiche, erano la causa dei polpacci muscolosi delle ragazze che scendevano, gerla in spalle, dal borgo sopra il mio paese.
Dunque, dicevo che, in mezzo a tutto quel tripudio di patate, castagne e pettegolezzi, sì anche questi perché togliere le castagne dal fuoco significava maliziosamente anche scoprire “gli altarini”, segreti, tradotto in italiano, ardevano allegramente bugie e verità
E alé!…. Cosa non usciva da quelle lingue rese ancor più farinose dalla polpa biancastra delle “teteghé”?!
Il vantaggio c’era, aunmentavano di pari passo l’attenzione e la distrazione e nessuno faceva più caso a me.
Bisognava sfilarsi, passando sotto il grande tavolo, superare la porta della cucina, quella dell’anticamera, quella d’ingresso grezza e pesante che guaiva paurosamente al solo toccarla.
Ma poi… la luna, le stelle, la corona scura delle montagne, il paradiso, il bosco, la notte!!!
Non c’erano precisamente indicazioni per infoltirsi tra gli arbusti ma io conoscevo attorno a quali alberi si dovesse girare per non incappare in avvallamenti, mascherati dalle foglie secche dell’autunno, e ai cespugli bassi di eriche sfibrate ormai dal freddo e accartocciate dalle scarpe prepotenti dei cercatori di castagne. Ci volevano scarpe pesanti e con la punta buona per far scoppiare i ricci non ancora maturi. Alla fine dell’operazione apparivano i piccoli delicati piccioli tutti stretti come in un tentativo di vicendevole difesa.
So che sto divagando ma in fondo è quello che si fa girovagando nel bosco, è ricco, è pieno di robette da mangiare o avvelenare da cogliere o raccogliere.
E poi… Quei maestosi e superbi lunghi fusti degli alberi che incuranti di edere e cerpugli, svettavano in gara con dossi e monti come lussuriosi veicoli. Su… su…fino all’infinito!
Ah!!! Il bosco! Il mio amico, il mio nascondiglio, il fedele custode dei miei segreti…
Camminavo e Parlavo, a volte con affanno a volte con soddisfatta liberazione.
Parlavo e sventolavo le mie “castagne al fuoco” quelle da raccontare perchè quelle vere non mi piacevano neanche. -
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