Chi siamo Forum Donne che hanno lasciato un segno Non è cosa per donne

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    Valeria Giacomello
    Amministratore del forum

      «Osserva il cielo, figlia. Quei piccoli punti di luce sono fiammelle di vita. Ci parlano, le stelle. Da lassù ci vedono, sanno i nostri segreti e, se saprai chiederglielo, te li sveleranno».

      Questo mi diceva mio padre, quando di notte, sdraiati sui tetti, scrutavamo il cielo.
      Lui è stato il mio primo maestro ma ha sbagliato tutto, mi ha fatto credere che il sapere si nutrisse di verità
      e non conoscesse sesso. Così, ascoltando le stelle, sono diventata matematica, astronoma e filosofa.
      Loro non mentono mai, le stelle. Remote e aliene, osservano l’universo con distacco, sono lucide e fredde nonostante siano fatte di fuoco vivo.

      Io, che ho imparato da loro, ho speso la mia vita alla ricerca della verità che è sempre nuda e quasi mai ha un corpo bello da mostrare. Il mio, poi, era un corpo di donna. Ancora più fragile, più sporco per gli occhi ipocriti di uomini abituati alla menzogna sempre vestita di abiti sfarzosi.

      Il libero pensiero non è mai stato gradito, soprattutto da chi porta sulla fronte il marchio di Caino. Nemo profeta in patria, aveva detto Gesù di Nazareth che, infatti, morì ammazzato dalla sua stessa gente prima di essere assunto a Dio da abitanti di terre lontane.
      Noi donne invece non abbiamo patria dove andare, dato che non è gradito che noi ragioniamo. Mai. Figurarsi se il nostro pensiero ci porta a uscire dagli schemi del dogma precostituito.
      Paradossale che proprio gli adoratori del Dio della croce, che ben conoscono persecuzioni e ingiustizia, abbiano riservato a me la stessa sorte.

      Mi chiamavano pagana e strega. Per ammazzare una donna ebbero bisogno della forza del branco. Si appostarono per sorprendermi mentre facevo ritorno a casa, mi trascinarono fino alla chiesa di Cesario, mi strapparono la veste e mi fecero a pezzi, membro a membro, bruciando poi i brandelli del mio corpo affinché di me nulla rimanesse.

      Sono morta perché sono donna. Sono morta perché non ho difeso la verità e non ho voluto tacere. Le mie carni sono state maciullate ma il mio spirito è integro. Ora vago libera nel cosmo e da qua, come le stelle, osservo il mondo degli uomini. Ma, contrariamente a loro, il mio fuoco vivo brucia e arde. Io osservo ma non perdono.
      Vissi in Egitto ad Alessandria, il mio nome è Ipazia.

      La più famosa filosofa dell’età antica, nacque e morì ad Alessandria d’Egitto e fu una pensatrice ma anche un’astronoma e matematica. Rappresentante della filosofia neo-platonica, la sua uccisione da parte di una folla di cristiani in tumulto, per alcuni autori composta di monaci detti parabolani, l’ha resa secondo il teosofo Augusto Agabiti una «martire della libertà di pensiero».

      #3385
      Fiordipesco
      Moderatore

        Mi è piaciuto soprattutto l’inizio.
        Mi ha lasciato perplessa la frase verso la fine “Sono morta perché non ho difeso la verità”. Ho capito male io o c’è un “non” di troppo?

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