Chi siamo Forum COM’È PROFONDO IL MARE Pensiero piccolo

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    Benedetta Murachelli
    Amministratore del forum

      Pensiero piccolo
      Prendilo ora questo mare
      negli occhi
      e versa l’azzurro nel grigio
      della tua città.
      Matrimonio d’amore non
      indistinguibili singolarità.
      Immobile appoggiata al muretto ogni anno lo fiuto, lo guardo, lo ammiro, lo ascolto questo mio mare familiare. Mi inebria la sua incostante trasparenza, mi rinforza il suo fiato, scendo la scaletta, mi chino con riverenza sulla battigia, aspetto il sopraggiungere dell’onda e tuffo le mani sfrugugliando schiuma e sabbia.
      E diventa preghiera la sua potenza ammansita.
      MARE ispezionato, sondato, maltrattato, cantato, idealizzato, giocato, maledetto, esaltato.
      Amorosa controparte di tanti poeti, penetrato da parole crude o rimpianti amorosi, ventre ideale che accoglie sospirate pene e cadaveri senza nome, indifferentemente.
      Mare… Ritmo e pensieri poetici di poca durata.
      I miei bambini scappano verso la schiuma bianca delle onde, oggi per fortuna piccole, l’accappatoio steso e tirato si arrotola all’inopportuna brezza, lascio cadere le borse, lancio richiami affannosi, raccatto panini e frutta, metto a riparo dal sole le bibite, e trattengo con un ginocchio il telo.
      Sono in guerra contro cadaveri commestibili.
      I vicini, dalla visibile aura blasé, mi sottocchiano con commiserazione.
      Un maschio, pelo e muscoli, se ne va e io posso godere di un maggior spazio e di una sdraio. Il resto delle ore è fatto da vieni e va dalla battigia a:
      mamma ho sete, mamma ho fame, ho la sabbia negli occhi, mamma il gelato, mamma non mi fanno giocare, mamma lui mi ha preso il secchiello.
      Una infinita snervante litania.
      E intanto, per sue arcane vie, il pensiero sfugge lieve o profondo.
      Come mare genera, prende, ruba, nasconde, affoga.
      Angeli e mostri, ansie e amori, desideri e agognate fughe si mimetizzano tra distese di posidonia e riaffiorano solo per cantare improvvisati inni a celebrare lontane scaramucce. La domanda è sempre la stessa: ce l’ho fatta?
      Dopo l’intensità di quegli anni ora mi piace vestire quelle vacanze di esplosiva vitalità e pensare a com’è bello il mare e com’è vivo e spesso e colorato quello che io conservo nel profondo di me.

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