“Eccoti qua! Ti ho cercata dappertutto, da quanto tempo sei qui chiusa nel bagno? Ma che cosa stai facendo? Stai piangendo?”
“Hey! Non è niente, non ti preoccupare, questo mese ho avuto dei dolori più forti del solito ma adesso è passato tutto, sto uscendo.”
“A me non la racconti, quelle sono lacrime!”
“Forse, ma non è niente davvero. Avevo bisogno di stare da sola per un po’.”
“Dimmelo, che cosa c’è che non va?”
“Ho paura, non dirlo a nessuna però! Che cosa ci stiamo facendo qui? Come siamo arrivate a tanto? Sento che stiamo commettendo un’enorme sciocchezza, quelli ci schiacceranno; la guerra è sempre stata una cosa da maschi, noi non ce la faremo e prima o poi soccomberemo.”
“Lo so… ma guardami, bene, negli occhi. Ne abbiamo parlato per tanto tempo, non avevamo altra scelta. È vero, la guerra l’hanno sempre fatta loro, il risultato è che è l’unico modo per combatterli, utilizzando le loro stesse armi.”
“Lo so, eravamo tutte d’accordo quando abbiamo sferrato l’attacco, ma ci doveva essere un’alternativa, forse non ci abbiamo pensato abbastanza!”
“Coraggio, dai! Non perderti d’animo, qui al Comando Generale sei al sicuro, l’abbiamo costruito in Svezia perché il governo ha firmato immediatamente un patto di non aggressione ed è sceso a patti. Lo sai che stanno arrivando buone notizie da tanti fronti? Le combattenti stanno avanzando in Afghanistan, in Nigeria, in Russia, in India… abbiamo cancellato matrimoni combinati, fermato mutilazioni, chiuso scuole religiose e centri di propaganda! Le combattenti francesi – è stato impossibile impedir loro di aprire un fronte in Francia – si sono messe in contatto con noi questa mattina: hanno preso d’assalto il Ministero delle Forze Armate. Nei prossimi giorni metteremo le mani sulla bomba atomica!”
“E se tutto andasse male? E se tutto andasse male? E se tutto andasse male?”
“Calmati, e pensa a che cosa stiamo combattendo: quando è cominciato tutto? Non lo sa nessuno, fin da quando si ha memoria una parte dell’umanità ha dominato sull’altra. Hanno fatto uso di tutti i mezzi a loro disposizione: sono superiori fisicamente e ciò ha dato loro un indubbio vantaggio, e si muovono in gruppo, sanno agire in squadra, coordinare manovre mentali che ci hanno rese schiave – se non addirittura complici del nostro stesso sfruttamento. Quando la guerra sarà finita cambierà tutto, studieremo segregazione e sopraffazione solo nei libri di Storia!”
“Hai saputo qualcosa anche di lui? Sai se sta bene? È vero che non è al fronte?”
“Tuo figlio è stato cresciuto bene, sono certa che sappia qual è la parte giusta e che sia sano e salvo nei territori liberati.”
“E le altre madri… quelle meno fortunate di me, quelle che non sono riuscite a guidare il cuore dei loro figli, io penso a loro. Come faranno a combattere questa guerra?”
“Le aiuteremo, ci penseremo noi a sparare contro i loro figli, se esse non potranno. Poi, negli anni a venire, ne faremo altri, di migliori. Insegneremo loro il rispetto, la giustizia e la benevolenza, ne faremo uomini veri, umani, che finalmente saremo libere amare.”
“Ce la faremo secondo te? Ad essere donne migliori. Ci sono cose che nemmeno lanciando bombe potremo mai cambiare, siamo fatte per generare figli e figlie!”
“Asciugati le lacrime e concentrati, pensaci bene… se davvero fossimo nate soltanto per procreare, perché mai Dio ci avrebbe dato un cervello così meraviglioso? Quando la guerra sarà finita, potremo scegliere come dare la vita, come fare l’amore e con chi fare l’amore, secondo la nostra natura e non saremo additate, né nascoste, né messe da parte.”
“La guerra… ci permetterà di conquistare tutto questo?”
“No, niente affatto, la guerra distrugge. Il mondo nuovo sorgerà dalla nostra capacità di fare la pace. Su dai, adesso alzati e usciamo di qui. In battaglia non bisogna mai dimenticare di guardare dritto verso le linee nemiche, e di pregare per la pace.”