Sfilato il grembiule da tuttofare da sopra una tuta vecchiotta e comoda, sempre la mia preferita, immersa nel delizioso profumo di una “torta alle pere” appena sfornata, non potendo condividerla con voi, decido di accomodarmi davanti al computer e scrivervi per farvi – e farmi – compagnia.
Oggi, esattamente come ieri e come tutte voi, mi vedo costretta a “stare a casa” a causa del dominio diabolico di quel virus sconosciuto, letale, incomprensibilmente coronato che è venuto a trovarci. “Faccio vasche” percorrendo centinaia di metri: giro per le stanze; essendo ormai tutto estremanente pulito, in ordine e funzionante almeno fino al 2024, so bene che vado cercando una risposta a pressanti interrogativi, ma lo schermo del domani è colorato di bianco e non presenta alcuna traccia di parole che amerei leggere.
Voi come state trascorrendo questi giorni pieni di ombre (nonostante un sole caldo e accecante) e di ore dilatate? Vi capita di vivere improvvisi, legittimi, brevi momenti di cedimento? A me sì, infatti è soprattutto attraverso la scrittura che combatto la buona battaglia per mantenermi serena, positiva, fiduciosa. Anche così riesco a sottrarmi alla depressione che potrebbe accalappiarmi e sedurmi per impossessarsi abusivamente di pensieri, idee, ricordi e sogni che appartengono a me sola.
Sorelle di penna mi mancate tutte, proprio nella misura in cui accuso la dolorosa lontananza dalle persone a me care, che non posso abbracciare. Sappiate però che è di cuore che vorrei potervi offrire il mio dolce: lo faccio, comunque, idealmente, anzi! libera da guanti e mascherina “virtualmente”.