Le domande che vorrei porvi

Le domande che vorrei porvi

Nel pomeriggio mi sono recata alla Biblioteca di Pantigliate per dare un’occhiata alle nuove proposte editoriali. In attesa che venga pubblicato – e, senza dubbio lo sarà prima della fine dell’anno -, il Fantasy di Valeria, ho scelto “Come un respiro” di Ferzan Ozpetek. L’ho già posizionato sul ripiano del mio comodino, sopra a “Becaming” di Michelle Obama.

Come sempre mi accade, più osservo le copertine dei libri più avverto un urgente desiderio: poter incontrare i rispettivi scrittori – meglio se tutti! – e porre loro domande mi stanno a cuore. E questa sera scelgo di metterle per iscritto, riservandomi di rivolgerle alle due scrittrici a noi più vicine: Benedetta e Valeria.  Spero che le nostre benvolute amiche in un futuro non troppo lontano vorranno qui appagare questo mio desiderio. Grazie.

A che età sei stata catturata dalla passione per la scrittura?”

Riesci a scrivere in questi mesi di sgomento, timori e silenzio risucchiante?”

Quando scrivi segui un particolare rituale? Per esempio: un  tipo di penna/matita/stilografica, certe luci nella stanza, orari preferiti, cibo da sgranocchiare a portata di bocca, musica di sottofondo, ecc.?”

Nelle ore dedicate alla scrittura tieni silenziato il cellulare?”

Quando riversi un testo nel PC è perché lo hai già scritto prima sul foglio mentale?”

Riscrivi spesso un concetto o un’intera pagina?”

Cestinare uno scritto ti cambia lo stato d’animo?”

Trovi sempre e con facilità il vocabolo più adeguato con il quale affinare le espressioni, per essere meglio compresa?”

 “Tu sei i tuoi personaggi o loro ti assomigliano molto?” “A quale di essi sei più legata?”

Oltre alla scrittura riesci a dedicarti ad altre passioni?”

Leggi molto? Se sì di quali argomenti o a quali letture non sai rinunciare?”

Puoi disporre di tempi e spazi che appartengano esclusivamente a te?”

Stiamo vivendo con affanno questo inspiegabile caos della pandemia che ci accomuna, facendoci oscillare tra speranza e disillusione. E’ una dimensione indecifrabile, del tutto simile ad un limbo sospeso nella nebbia, ma ho grande fiducia di poter postare questo scritto nel nostro sito. Lo farò, prometto, a seguito della conferma dell’avvenuta pubblicazione del libro di Valeria.

Porgo l’augurio di vederci tutte, presto, insieme alle nostre due scrittrici per nuovi amichevoli, stimolanti, incontri di cui sento (q.b.) la mancanza.

28.10.2020

Oldgamine

1 commento finora

Valeria Giacomello Scritto il14:09 - 1 Luglio 2021

Ciao amica cara, rispondo volentieri alle tue domande.

“A che età sei stata catturata dalla passione per la scrittura?”
Ho imparato a scrivere a 3 anni e da allora non ho mai smesso. Certo, a tre anni scrivevo il mio nome e le lettere dell’alfabeto. Da allora ho fatto qualche passo avanti… Rispondendo più seriamente, la passione per la scrittura penso sia qualcosa di innato.

“Riesci a scrivere in questi mesi di sgomento, timori e silenzio risucchiante?”
Sono riuscita a concludere il mio primo libro “L’ultima fata di Taht” che da anni stazionava in un cassetto. Proprio questi mesi così difficili mi hanno fatto sorgere il desiderio di spaziare un po’ più in là della tetra realtà quotidiana in cui ci siamo tutti sentiti immersi.

“Quando scrivi segui un particolare rituale? Per esempio: un tipo di penna/matita/stilografica, certe luci nella stanza, orari preferiti, cibo da sgranocchiare a portata di bocca, musica di sottofondo, ecc.?”
Nessun rituale, seguo l’attimo.

“Nelle ore dedicate alla scrittura tieni silenziato il cellulare?”
No.

“Quando riversi un testo nel PC è perché lo hai già scritto prima sul foglio mentale?”
Almeno l’idea sì, in genere visualizzo le trame prima di addormentarmi o prima di alzarmi. Però sono troppo pigra per accendere la luce e scrivere su un taccuino quindi quando poi mi attacco al Pc vado a braccio.

“Riscrivi spesso un concetto o un’intera pagina?”
Sì, mi capita.

“Cestinare uno scritto ti cambia lo stato d’animo?”
Mai cestinato uno scritto.

“Trovi sempre e con facilità il vocabolo più adeguato con il quale affinare le espressioni, per essere meglio compresa?”
No.

“Tu sei i tuoi personaggi o loro ti assomigliano molto?” “A quale di essi sei più legata?”
Tutti i personaggi sono una parte di chi scrive, non si può prescindere da questo dato di fatto anche se, a volte, non è necessariamente un complimento. Il personaggio a cui sono più legata al momento è Mahiar, la protagonista del mio libro, perché è fragile e forte al tempo stesso. Sa cosa vuole e lo ottiene anche a costo di enormi sacrifici.

“Oltre alla scrittura riesci a dedicarti ad altre passioni?”
Al momento pratico il Tai Chi. Sono molto impegnata anche con le attività di promozione culturale e di volontariato.

“Leggi molto? Se sì di quali argomenti o a quali letture non sai rinunciare?”
Al momento sto leggendo meno per motivi di tempo. Amo molto il genere fantasy, se scritto bene, e i capisaldi della letteratura mondiale purché siano romanzi o poesie. Con la saggistica vado un po’ in difficoltà perché non stimola la mia fantasia.

“Puoi disporre di tempi e spazi che appartengano esclusivamente a te?”
Sì.

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