Malika

Malika

“Malika è ancora incinta, la vedo rotondetta.”
“Si, lui è un pezzo che non si vede lei dice che è all’estero per lavoro, ma ho sentito che è in galera: è un tipo molto equivoco, un bel uomo però, sono loro dirimpettaia e non li ho mai sentiti bisticciare.”
Scendere e risalire al quinto piano senza ascensore con un bimbo in braccio e uno in pancia è una faticaccia, come fa? Del resto gli appartamenti ai piani alti se non li prendono gli extracomunitari restano sfitti. Ti ha chiesto soldi?”
“Si, ma soldi da prestare non ne ho, le preparo sempre un piatto in più per pranzo e cena e mando su Matteo a portarlo”.
“Cosa ci fate qui sul pianerottolo a spettegolare voi due, state parlando della zingara? Attente, quelle sono zecche vi si appiccicano con la scusa dei figli e non mollano! Ignoratela e si toglierà di torno, vi saluto ho ben altro da fare io”.
“Sei proprio brava tu! E’ al corrente di questa situazione la proprietaria?”
“Certo, è Lucia che paga le bollette, pensi che Malika abbia i soldi per l’affitto?
Le ho passato pacchi di pannolini ora che Giada fa pipì nel vasino, mi preoccupa saperla in queste condizioni, rischia che le portino via i bambini, penso sia minorenne. Che profumo, qualcuno ha appena sfornato una crostata accidenti che fame”.
“Hai visto tutti quei panni stesi ad asciugare sul suo balconcino? Le ho suonato l’altra sera non hai idea le zaffate che arrivano dal suo appartamento ho sbirciato quando ha aperto, c’era una montagna di indumenti sul pavimento, Malika non devi occuparti del bucato di un intero campo nomadi, i condomini si stanno lamentando non è igienico nelle tue condizioni. Le ho detto.”
“E’ venuta da me ieri, ha chiesto del caffè, ne era sprovvista, aveva le lacrime agli occhi l’ho fatta entrare. E’ preoccupata perché la nonna è malata e non può accudirla non vive in Italia, teme di non vederla più. Nonna non voleva che partisse, perché era troppo giovane e aveva ancora bisogno della sua famiglia accanto, ma il padre decise che era arrivato il momento e Josef se la portò via. E’ sicura che lui ritornerà prima che nasca il bambino per sistemare le cose.
Poi ha spalancato gli occhioni neri, mi ha preso le mani nelle sue e mi ha raccomandato di non dire niente in giro. Sembrava una bambina con quei capelli sciolti neri, lunghi e lucenti. Allora le ho preparato una tisana, si è rilassata”.
“Certo che sradicarla così, fa tenerezza”.
“Viene spesso la suocera a darle una mano, l’ho vista scendere alla fermata dell’autobus carica di borse della spesa e camminare lentamente tra gli svolazzi delle pieghe, le sue gonne da gitana tutte fiorite mi mettono allegria, hai visto come porta la treccia di lato bianca cangiante sull’incarnato scuro”.
“Si, ho notato, sorride e saluta sempre quando la incontro sulle scale, penso voglia bene a Malika e al nipotino.”
“Ancora qui voi due, ma siete proprio delle belle portinaie, nel frattempo ho cucinato anche per questa sera, in qualsiasi caso fatemi sapere se serviranno completini per il bimbo, ho conservato tutto anche i fiocchi nascita, azzurro o rosa lo appenderemo al porta.
In fondo siamo tutte un po’ zie, no?”

Antonella Rando

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